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NUOVO MUSEO DELL’OPERA

14 dicembre 2012 - Categoria: Varie

Scoperta all’interno del cantiere del nuovo Museo un manufatto di grande interesse archeologico e storico, forse una cupoletta, realizzata con la stessa tecnica a spina-pesce che usò Filippo Brunelleschi per la Cupola del Duomo

Proseguono i lavori di realizzazione del nuovo Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore in vista della sua apertura al pubblico prevista nell’ottobre del 2015, ed essere fruibile in occasione dell’Assemblea Generale della Chiesa Italiana che si terrà a Firenze nel novembre dello stesso anno. Per poter finire i lavori e allestire la nuova struttura museale nei tempi previsti, l’Opera di Santa Maria del Fiore, dopo aver valutato tutte le possibilità, ha deciso di chiudere il Museo a partire dalla prossima primavera, ad eccezione della Porta del Paradiso che continuerà ad essere visibile al pubblico, con un ingresso ridotto.

Stamani, il Sottosegretario di Stato al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Roberto Cecchi, ha visitato il cantiere del nuovo Museo accompagnato dal presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, Franco Lucchesi, da Carlotta Cianferoni, Funzionario della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana, Responsabile per Il Territorio della Città di Firenze e da Francesco Gurrieri, Professore Ordinario di Restauro dei Monumenti dell’Università degli Studi di Firenze.

Diretti dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana, gli scavi eseguiti nel cantiere del nuovo museo, nell’area dell’ex Teatro degli Intrepidi, hanno messo in evidenza l’esistenza di strutture, databili tra la fine del XIV e il XV secolo, riconducibili ad attività artigianali (presenza di materiali ferrosi, scarti di lavorazione del marmo, ecc.) collegate al grande cantiere del Duomo (1420 – 1436). Che nell’area dove oggi sorge il Museo dell’Opera ci fossero delle attività artigianali è confermato anche da una delle prime testimonianze documentarie esistenti, risalente al 1432, quattro anni prima della fine dei lavori alla cupola, quando Filippo Brunelleschi è incaricato di ristrutturare un casolare ed un orto, nonché alcuni laboratori per i «magistri scharpelli» e un magazzino per le travi di legno, che arrivavano dalle fo¬reste del Casentino di proprietà dell’Opera.

Sempre nella stessa area dell’ex Teatro degli Intrepidi, dove sarà realizzata la sala dell’Antica facciata che accoglierà la Porta del Paradiso, è stata rinvenuta, a circa circa 70 cm sotto l’attuale piano di calpestio, un manufatto di grande interesse archeologico e storico realizzato con la tecnica a “spina – pesce”, del diametro di circa 3 metri. Secondo il professore Francesco Gurrieri: “Si tratterebbe di una cupoletta, mutilata in sommità, forse tagliata nel Settecento, in occasione della realizzazione del teatro”. Immediato il richiamo alla tecnica da sempre ricondotta al grande Filippo Brunelleschi; tecnica che gli consentì di realizzare l’enorme cupola senza un’armatura lignea. Prosegue Gurrieri: “Al momento non è azzardabile che questa cupoletta possa essere stata il “modello” dimostrativo dell’impresa (di cui, per la verità, abbiamo tradizione che fosse stata altrove), tuttavia si pone come testimonianza primaria di un pensiero tecnico e di una prova pratica che non può che essere ricondotta a Filippo Brunelleschi e al suo esordio nel cantiere di S. Maria del Fiore”.

Per il Sottosegretario di Stato al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Roberto Cecchi: “Siamo di fronte ad un ritrovamento importante, in considerazione anche del fatto che la tecnica costruttiva usata dal Brunelleschi per la cupola del Duomo si esaurisce con lui ed è circoscritta a Firenze. Fuor dii Firenze, troviamo solo 2 o 3 esempi di impiego di questa tecnica e sono più tardi del Cinquecento”

Per Carlotta Cianferoni: “C’è la necessità di approfondire gli studi sui materiali archeologici rinvenuti all’esterno e all’interno della “cupoletta”, ma rimane un dato rilevante che la struttura si trovi alla stessa quota di profondità degli anni del cantiere del Duomo e della Cupola”.

Sempre dagli scavi archeologici è emerso che al di sotto degli strati medievali non sono presenti altre strutture più antiche, in particolare di epoca romana, ma solo tracce di sporadiche frequentazioni, come testimoniano i frammenti ceramici rinvenuti. L’area era, dunque, immediatamente al di fuori delle mura della città.

Il nuovo museo, su progetto architettonico e di allestimento di Adolfo Natalini e Guicciardini & Magni architetti, disporrà del doppio dello spazio rispetto a quello attuale, con una superficie utile di 5.250 mq di cui 2.430 espositivi e il resto destinato ad aree d’accoglienza e spazi tecnici. Il nuovo complesso espositivo comprenderà due strutture: quella storica, già adibita a museo, e l’ambiente del Teatro degli Intrepidi, acquisito dall’Opera di Santa Maria del Fiore nel 1998, collegate in un percorso unitario.

L’ampliamento del museo permetterà l’esposizione dell’intera collezione con un allestimento razionale delle opere, che saranno divise tra quelle realizzate per l’esterno dei monumenti e gli arredi interni. Capolavori come la Porta del Paradiso del Ghiberti, la Pietà di Michelangelo e la Maddalena di Donatello saranno finalmente esposti in spazi adeguati che consentiranno una lettura corretta e suggestiva delle opere. Il Museo dell’Opera si caratterizzerà per la forte suggestione degli ambienti e dell’esposizione delle opere. Tra le sale più spettacolari quelle della “Pietà di Michelangelo” e “dell’Antica Facciata” (29 metri x 21 x 16 di altezza). Quest’ultima conterrà la ricostruzione in scala reale della facciata trecentesca del Duomo di Arnolfo di Cambio, in legno chiaro su struttura metallica, e sul lato opposto della sala, su una parete costituita da una galleria su tre livelli rivestita da lastre di marmo bianco statuario, saranno collocate la Porta del Paradiso con le statue del Sansovino e i gruppi bronzei del Danti e del Rustici. Sulla stessa parete andranno, dopo il restauro e la loro sostituzione con repliche all’esterno, anche le altre due Porte del Battistero.


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